di Antimo Navarra e Roberto Solofria
con Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli, Antimo Navarra, Michele
Brasilio
costumi Alina Lombardi
regia Roberto Solofria
produzione Mutamenti / Teatro Civico 14
“L'unico modo per capire Buenos Aires è spiare dal buco della serratura, la facciata è giusto una truffa per i turisti di passaggio.”
“Fu veramente mostruoso il cinismo degli stati che per vigliaccheria non boicottarono i mondiali di calcio del '78... Il mondo sapeva cosa succedeva in Argentina, ma pur di tirare quattro calci a un pallone, vennero qui a gridare festosi negli stadi insieme agli assassini, ad applaudirli mentre si pavoneggiavano come puttane nelle loro divise piene di medaglie e salutavano dalle tribune d’onore. E a ogni goal un gruppo di prigionieri spariva in fondo al mare o in fosse comuni.”
Sono passati più di quarant’anni da quando la dittatura militare ha iniziato a segnare profondamente il cuore dell’Argentina. Giorni vissuti nella paura di essere portati via da squadroni di soldati e di essere accusati di terrorismo o di chissà quale forma di complotto contro il dittatore di turno. L’Argentina, tra il 1976 e il 1983, era vittima di uno spaventoso sistema politico, mentre gli italiani in quegli stessi anni si dividevano tra le partite dei mondiali di calcio, le Brigate Rosse, le elezioni di Papi e di Presidenti della Repubblica, la Democrazia Cristiana, la loggia P2, cominciava a subire il fascino della moda e delle rock band dei primi anni ottanta e a riconoscersi nei protagonisti dei telefilm cult di quegli anni. Anni durante i quali il popolo argentino, nonostante la vulnerabilità, non ha mai smesso di lottare per un paese
autonomo ed indipendente, fondato su valori come la giustizia e la libertà. Ambasciatrici di questi principi sono state per prime le
Nonne, donne coraggiose a tal punto da istituire veri e propri
comitati per scendere in piazza e marciare risolute al fianco
delle Madri di Plaza de Mayo in nome di quei valori.
Donne dalle idee irremovibili, caparbie, che hanno sfidato la
dittatura senza mai smettere di cercare figli e nipoti
desaparecidos.
L’ultima condanna che ha colpito uno dei responsabili della
desaparicion di tanti italo-argentini è del marzo 2024.
In tanti anni trascorsi, questa tragedia si è meritata soltanto
qualche servizio in coda al telegiornale o qualche articolo di
poche battute destinato ad un piccolo spazio nella pagina degli esteri.