scritto e diretto da Marco Ceccotti
con Giordano Domenico Agrusta, Marco Ceccotti, Simona Oppedisano
costumi Stefania Pisano
luci Camila Chiozza
cura della produzione Francesca Bettalli
foto di scena Claudia Pajewski
produzione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Consorzio Altre produzioni indipendenti
con il sostegno di Teatro di Roma,arrozzerie n.o.t,Teatro San Carlino, Fortezza Est
Spettacolo vincitore In-Box 2022
Un figlio ossessionato dalla morte racconta finali a persone che sono alla fine della loro esistenza.
Un padre, pacifista emotivo, si guadagna da vivere decorando sanitari per dei dittatori.
Una madre, ironizzatrice cronica, cerca la felicità nei libri horror.
Le loro giornate sono piene di abitudini rassicuranti, piccoli rimpianti, sogni rimandati, traumi ricercati e insalate scondite.
Vorrebbero odiarsi quel tanto che basta per essere persone normali, ma è difficile odiarsi per chi non è mai riuscito a dirsi neanche un “ti voglio bene”.
I tre sono in uno stato di pace e di tranquillità che li sta distruggendo, vivono un'esistenza fondata sul non detto, sul non fatto, sul non essere abbastanza, sul non riuscire.
Il figlio non riesce ad andarsene da casa, ad avere contrasti con dei genitori che non gli hanno mai detto cosa fare e cosa non fare, così lui nella sua vita non ha mai fatto niente.
Il papà non riesce a dire al figlio e alla mamma che ha perso il lavoro.
Per il bene della sua famiglia ha passato la vita cercando di non essere arrabbiato, non essere cattivo, non essere preoccupato, ora vorrebbe essere qualcuno, forse meglio qualcun altro.
La mamma non riesce a farsi ascoltare, i suoi consigli somigliano sempre più a frasi fatte.
Ha molti mostri da combattere ma si concentra sui quelli dei videogame.
Poi un giorno, arriva la guerra.