dal 03 gennaio 2026

al 04 gennaio 2026

All’ Ombra Dell’Ultimo Sole

di e con Tony Laudadio
al contrabbasso Ferruccio Spinetti

Un musicista ricorda un periodo passato della sua vita, quando si interrogava sul senso della sua vita d’artista, sulle motivazioni della sua vocazione, sull’apporto che la sua musica, e il suo contrabbasso in particolare, potevano portare alla realtà oggettiva attorno a sé, estendo questi dubbi al concetto puro di arte e del suo impatto sul mondo. E racconta di come questi interrogativi lo avevano messo talmente in crisi, in un periodo difficile professionalmente, da spingerlo a rifugiarsi in una casa di cura per la salute mentale.
Qui avviene l’incontro con Marcello, vero protagonista della vicenda. L’uomo è un anziano signore ricoverato in una struttura per malattie mentali fin da giovane, prima nel manicomio di Aversa e poi, con la chiusura della struttura, in quella stessa casa di cura. La particolarità di Marcello è che nel suo animo sensibile, nella sua natura poetica e nel suo modo fragile di stare al mondo, si sente vicino fin quasi all’ossessione alla figura di Fabrizio De André. A volte ne è talmente coinvolto da sentirsi addirittura impossessato da lui, con un chiaro sdoppiamento di personalità, schizofrenico ma privo di qualsiasi pericolosità. La sua conoscenza del grande cantautore genovese è così profonda da risultare prodigiosa. E in effetti, in una forma inspiegabile, in quell’anno 2005 il musicista e Marcello attraversano insieme alcuni episodi famosi della vita di De André come se a viverli fossero proprio loro e in quel preciso momento. Dalla scrittura in presa diretta di alcuni capolavori dell’enorme repertorio di Faber, al capitolo del famoso rapimento in Sardegna del 1979, fino all’epilogo, il più sorprendente e per certi versi miracoloso modo di congedarsi che si possa sperare per sé stessi.
Il musicista/narratore racconta l’esperienza e l’incontro con Marcello come il più formativo e concreto aiuto che potesse ricevere per superare la sua paura dell’insensatezza dell’esistere e dell’arte, e allo stesso tempo gli dona la possibilità di scoprirsi nuovo, ritrovando una motivazione che credeva scomparsa alla scelta, da un certo punto di vista assurda, di suonare un contrabbasso per vivere.
Ogni momento, ogni capitolo, ogni passaggio chiave del racconto, viene accompagnato dalla musica suonata dal vivo come se fosse lo stesso De André ad eseguirla, e il senso profondo di certi testi e certe riflessioni si illumina attraverso la visione e la vita di un vero “ultimo” – tanto caro al poeta – pieno d’amore.

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